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Giornata mondiale contro la rabbia: vinciamo insieme questa terribile malattia

Giornata mondiale contro la rabbia: vinciamo insieme questa terribile malattia
Settembre 28, 2024 Yuup
Tempo di lettura: 17 minuti
Indice
cane e gatto su sfondo azzurro con scritta World rabies day, Giornata mondiale contro la rabbia

La rabbia è un’infezione terribile in grado di colpire tutti i mammiferi, ed è tra le malattie più antiche di cui si ha memoria.

Purtroppo, la principale causa di morte per rabbia nelle persone è causata dalla trasmissione da parte dei nostri più cari amici: i cani. Ma l’ottima notizia è che questa devastante malattia è oggi prevenibile al 100%.

Perché ci sia sempre più conoscenza e consapevolezza su questo tema, nel 2007 è nata la Giornata mondiale contro la rabbia, che si celebra ogni anno il 28 settembre.

Vediamo insieme quali sono gli obiettivi della Giornata mondiale contro la rabbia e approfondiamo le caratteristiche di questa malattia, per capire come ognuno di noi può fare la sua parte al fine di prevenirla e cercare di debellarla dal pianeta, in modo che nessun essere vivente debba più soffrire o addirittura morire per sua causa.

La giornata mondiale contro la rabbia

La Giornata mondiale della rabbia, o World rabies day, è oggigiorno promossa dalla GARC, la Global alliance for rabies control, principale organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si occupa di diffondere informazioni sulla rabbia basate su fondamenti scientifici nel mondo.

Parallelamente, nel Regno Unito è attiva la Alliance for rabies control, un ente di beneficenza che condivide la missione della GARC e si occupa di organizzare attività di sensibilizzazione per far sì che questa terribile malattia possa scomparire dalla faccia della terra.

La Giornata mondiale contro la rabbia è un evento che possiamo considerare come la punta dell’iceberg di un lavoro che la GARC svolge quotidianamente lavorando con i governi, gli stakeholder e i partner locali, per aumentare la consapevolezza sulla rabbia, sostenere e spingere l’impegno politico e finanziario, affinché questa terribile piaga smetta di mietere vittime tra le persone e i nostri adorati animali.

La prima edizione della Giornata mondiale contro la rabbia risale al 2007 e ha coinvolto 400 mila persone provenienti da 74 paesi diversi del mondo.

Gli eventi di sensibilizzazione hanno quindi portato alla vaccinazione di centinaia di migliaia di animali, all’adozione di regole sanitarie e all’attuazione di  pratiche che oggi sono largamente diffuse nel mondo per combattere la rabbia.

un Pastore Tedesco ringhia

La rabbia: una malattia terribile, che può colpire purtroppo i nostri adorati compagni di vita.

Cos’è la rabbia

Rabbia
Si definisce rabbia, o impropriamente idrofobia, la malattia infettiva causata dal Rhabdovirus. Colpisce i mammiferi (cani, lupi, volpi, gatti e pipistrelli) con esito quasi sempre mortale e può essere trasmessa all’uomo attraverso morso o contatto.

Tratto da questa voce dell’Enciclopedia Treccani

La rabbia è quindi una malattia di origine virale, ovvero causata dai virus che appartengono al genere  Lyssavirus, famiglia Rhabdoviridae, Ordine Mononegavirales.

Come spiegato in una sezione specifica dedicata alla rabbia del sito del Ministero della salute: “Tutti i lyssavirus sono considerati responsabili di encefalomielite acuta a decorso mortale con sintomatologia indistinguibile. Il Genere Lyssavirus comprende 16 specie virali, più due la cui tassonomia rimane ancora incerta (Walker et al., 2018)”.

La rabbia purtroppo colpisce animali domestici e selvatici e può essere trasmessa all’uomo, così come ad altri animali, attraverso la saliva di esemplari malati.

Le casistiche più comuni sono morsi, graffi e contatto con le mucose, anche qualora fossero integre.

uomo con mano ferita davanti a un vetro rotto, dietro un cane che ringhia

Per proteggere i nostri cuori a quattro zampe e noi stessi dalla rabbia è fondamentale monitorare sempre il loro stato di salute.

Quali animali trasmettono la rabbia?

Potenzialmente la rabbia può colpire tutti gli animali a sangue caldo.

Attualmente i più interessati da questa terribile infezione sono la volpe nel cosiddetto ‘ciclo silvestre’ e il nostro adorato cane in quello che viene denominato ‘ciclo urbano’.

Nel ciclo urbano, infatti,  troviamo i cani, soprattutto se sono randagi o vivono in condizioni semi selvatiche, magari nelle foreste o nei boschi. Anche i gatti, seppur in minor misura, ne sono interessati.

Per quanto riguarda il ciclo silvestre, l’animale attualmente più sotto i riflettori è la volpe, ma la rabbia può essere trasmessa anche da lupi,sciacalli, coyote, così come da pipistrelli e roditori.

Come si manifesta la rabbia?

La rabbia sviluppa un’encefalite, con percorso fatale sia per le persone che per gli animali. I dati dicono che in caso di rabbia la morte è certa nel 90% dei casi.

Purtroppo i primi sintomi sono poco specifici e, di conseguenza, possono essere scambiati con altri problemi di salute, perché coinvolgono malesseri gastrointestinali e problemi respiratori.

Ma, successivamente la malattia può evolvere in due forme:

In questo caso compaiono sintomi gravissimi quali la perdita del senso dell’orientamento e l’eccesso di iperattività, con picchi di vera e propria furia.

Gli animali possono perdere saliva, aspetto che purtroppo favorisce il contagio e, progredendo, l’infezione causa la progressiva paralisi della muscolatura, degenerando al coma e infine alla morte.

  • Nel 25% dei casi ‘paralitica’, con la paralisi progressiva che arriva senza manifestazioni di aggressività o furia.

Come capire se un animale ha la rabbia?

Come si può evincere da quanto finora descritto, purtroppo i primi sintomi della rabbia sono generici e possono essere accomunati ad altre malattie.

Fare massima attenzione alle turbe comportamentali è importantissimo per comprendere se l’animale possa avere contratto la rabbia, soprattutto se da esemplare mansueto evolve in particolarmente aggressivo.

Un altro aspetto da considerare è un’alterazione della fonesi, ovvero dei loro versi.

Se malauguratamente un cuoricino presentasse questi sintomi, così come se li notassimo in animali selvatici, è fondamentale chiamare subito il veterinario di fiducia per esporre la situazione.

E, naturalmente, evitare qualsiasi contatto con l’animale.

Perché è importante conoscere la rabbia?

La Giornata mondiale della rabbia ha l’obiettivo di far conoscere a più persone possibili nel mondo la natura di questa tragica malattia per prevenirla.

Abbiamo visto il suo elevatissimo tasso di mortalità, che può però essere sconfitto se tutto il mondo si impegnasse a debellarla.

Il mantra, in questo caso, è riportato anche dai promotori della Giornata mondiale contro la rabbia: “la prevenzione della rabbia comincia insieme al proprietario di un animale”.

Esiste, infatti, un vademecum che contiene semplici quanto vitali indicazioni per proteggere i nostri pet, così come noi stessi, dalla rabbia:

  • “Proteggi te stesso, il tuo animale e la tua comunità vaccinando i tuoi animali.
  • Evita il contatto con gli animali randagi o selvaggi.
  • Se sei stato morso, lava le ferite con acqua e sapone e contatta immediatamente un medico.
  • Se il tuo animale è stato morso, consulta immediatamente un veterinario.
  • Trattamenti tempestivi e appropriati dopo i morsi e prima che la malattia si sviluppi possono, infatti, fermare l’infezione e prevenire la malattia sia negli uomini che negli animali”.
veterinario fa il vaccino antirabbia a un cane

La vaccinazione è, oggi, l’unico strumento valido nelle nostre mani per contrastare la rabbia.

Rabbia: qual è la giusta prevenzione per il nostro pet?

L’unico strumento attualmente conosciuto per combattere la rabbia e far sì che questa malattia possa sparire dal pianeta è la vaccinazione, che interessa sia gli animali che le persone.

Per quanto riguarda le persone, i professionisti che sono a rischio effettuano una vaccinazione preventiva. Si tratta di medici veterinari, guardie forestali e altre figure professionali che lavorano a contatto con gli animali.

Esistono inoltre delle soluzioni vaccinali post esposizione, che vengono somministrate qualora la persona sia entrata in contatto con situazioni a rischio, come ad esempio l’aggressione da parte di un animale sospetto.

Per quanto riguarda i nostri pet, il portale della Regione Veneto offre diverse informazioni sui vaccini antirabbia per gli animali domestici. Ogni regione ha comunque dei siti internet di riferimento.

Il vaccino contro la rabbia contiene il virus inattivato e viene impiegato come prevenzione, ma anche come trattamento qualora, malauguratamente, il pet entri in contatto con l’infezione.

Il trattamento preventivo, ovvero il vero e proprio vaccino antirabbia, viene somministrato con due iniezioni a distanza di un mese e un’altra dopo un anno. Esistono anche formule che prevedono una somministrazione più ravvicinata, qualora si rendesse necessaria un’immunizzazione più rapida.

Se gli animali domestici vivono in zone a rischio o sono potenzialmente esposti a fattori pericolosi (ad esempio vivono in una casa vicina a un bosco dove ci sono stati casi di rabbia), si può fare un richiamo del vaccino.

Naturalmente, il nostro consiglio è prima di tutto chiedere informazioni al proprio veterinario di fiducia in merito.

La rabbia esiste in Italia?

Secondo l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, ente di controllo per quanto riguarda la salute animale, la nostra nazione è, fortunatamente, attualmente libera da questa malattia, come possibile leggere in questo report sulla situazione epidemiologica della rabbia in Italia.

L’istituto riporta che, dopo più di un decennio in cui il nostro Paese era rabbia-free, dal 2008 al 2013 si sono verificati dei casi nel nord est, in particolare nel Friuli Venezia Giulia, nell’area di Trento, Bolzano e  di Belluno.

A seguito di una campagna di vaccinazione orale delle volpi, la malattia è stata eradicata dal territorio e nel 2013 l’Italia ha riottenuto lo status di indennità dalla rabbia, ma è fondamentale non abbassare la guardia.

In quali paesi del mondo c’è la rabbia?

La rabbia è, purtroppo, ancora oggi presente in diversi paesi del mondo e quelli più a rischio sono quelli con la presenza di grandi foreste, come la Russia e i paesi asiatici.

Nel 2024, ad esempio, è stato purtroppo confermato un caso di rabbia trasmesso all’uomo nello stato di Timor Leste che confina con l’Indonesia, come riportato in questa sezione di news e ricerca dell’Eurosurveillance.

Per aggiornamenti, consigliamo comunque di fare riferimento proprio all’Europe’s journal on infectious disease surveillance, epidemiology, prevention and control che monitora la situazione epidemiologica a livello internazionale.

uomo avvicina la mano a un cane in un prato, sullo sfondo un altro cane

Parole d’ordine: attenzione, cura e controllo, soprattutto se i pet vivono in ambienti naturali, ad esempio vicino ai boschi.

Ci sono altre malattie trasmissibili da animale a uomo?

Le malattie che si trasmettono dall’animale alle persone si chiamano zoonosi e gli agenti responsabili sono differenti parassiti, funghi, batteri, virus e altre entità biologiche.

Queste malattie possono essere trasmesse per contatto con un animale infetto, magari attraverso:

  • contatto diretto di un ospite suscettibile con un animale infetto (per esempio, contatto con saliva, sangue, urina, feci o altri fluidi corporei)
  • trasmissione indiretta tramite contatto con suolo o oggetti contaminati da agenti zoonotici
  • trasmissione vettoriale tramite zanzare, zecche, pulci e pidocchi che fungono da vettori per alcuni agenti zoonotici
  • trasmissione tramite acqua o alimenti contaminati (per esempio, alimenti prodotti da animali infetti o contaminati durante le fasi di produzione, preparazione o distruzione).

Secondo l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, tra un terzo e la metà delle malattie infettive che colpiscono le persone ha origine zoonotica, ovvero di trasmissione animale-uomo.

La grande suddivisione è tra malattie zoonotiche veicolate da alimenti e non veicolate da alimenti. Le prime includono virus come l’Epatite A,  il Rotavirus, parassiti come la Giardia, e batteri quali la Salmonella e l’Escherichia Coli.

Tra le malattie non veicolate da alimenti ci sono la Malaria e la Febbre West Nile, trasmesse dalla zanzara, la malattia di Lyme dalla zecca, l’Aviaria dai volatili.

Quali malattie può trasmettere il cane all’uomo?

La Giornata mondiale contro la rabbia è un’occasione per conoscere questa tragica infezione, così come per capire se ci sono altre malattie che i nostri pelosetti possono purtroppo trasmettere all’uomo.

Prima di tutto è importantissimo fare una precisazione: le zoonosi vengono trasmesse da organismi patogeni quali virus, batteri, funghi…ovvero sono loro la causa della patologia.

In alcuni casi, il cane, così come altri animali domestici e non, diventano dei veicoli della malattia: le persone vi entrano in contatto e rischiano di infettarsi.

Le principali sono:

  • Dermatofitosi (Tigna) e Scabbia (Rogna): si tratta di micosi cutanee che possono essere trasmesse per contatto diretto o indiretto con l’animale infetto.
  • Idatidosi: è una malattia causata da cisti che contengono le larve del verme piatto, la tenia. Il contagio può avvenire se l’uomo ingerisce accidentalmente le larve presenti nelle feci del cane. Questo possiamo pensare sia difficilmente verificabile se non addirittura impossibile, ma se ad esempio il pelo del cane entra in contatto con le feci e l’uomo lo tocca, magari avvicinando accidentalmente poi le mani alla bocca, l’infezione può avvenire.
  • Toxocariasi o Larva Migrans Viscerale: è causata da parassiti intestinali e la trasmissione può avvenire come nel caso dell’Idatidosi, ovvero attraverso il contatto con le feci infette del cane.
  • Larva Migrans Cutanea o Dermatite Verminosa: anche in questo caso si tratta di un parassita e l’uomo può entrare in contatto con esso attraverso il terreno contaminato da feci infette. In particolare, i bambini sono i più a rischio, perché portati a giocare con terra e sabbia.
  • Leishmaniosi: questa malattia purtroppo famosa è diffusa ed è un’infezione protozoaria che si trasmette da cane a uomo e anche viceversa, a causa della puntura di un piccolo insetto ematofago che si chiama flebotomo.
  • Salmonellosi: si tratta di una zoonosi alimentare ma che in alcuni casi può essere trasmessa anche in modo diretto dai cani, così come da altri animali.
  • Giardiasi: la Giardia è un’infezione che può essere trasmessa quando si entra in contatto con acqua contaminata e il cane può essere un veicolo, soprattutto in condizioni di scarsa igiene.
  • Dipylidium Caninum: è un verme piatto che può purtroppo diventare ospite indesiderato dell’intestino del cane e l’uomo può contrarre l’infezione se, incidentalmente, entra in contatto con una pulce infestata del cane. Per sua natura, la trasmissione è rara.
  • Pulci, pidocchi e zecche: infine, è doveroso parlare degli ospiti più indesiderati dei nostri pet, i pidocchi, le pulci e le zecche, un argomento che abbiamo trattato in questo articolo del nostro blog. I pidocchi sono ‘parassiti ospite specifici’, ovvero non passano all’uomo che viene attaccato da pidocchi che preferiscono gli umani. Non è così per pulci e zecche, che non fanno differenze e possono diventare ospiti dell’uomo, pungendolo. Il morso in sé può non essere così pericoloso, ma è importante ricordare che questi parassiti possono essere veicoli di gravi malattie come quella di Lyme nel caso delle zecche.
Labrador seduto accanto a un mappamondo e al passaporto per viaggiare

Se viaggiamo con i nostri cuoricini, per loro e nostra tutela è importantissimo informarsi sulle vaccinazioni richieste nei diversi paesi.

Vaccino rabbia e viaggi: cosa bisogna fare?

Per viaggiare in Unione Europea i pelosetti devono essere muniti di passaporto, che viene rilasciato dai servizi veterinari dell’azienda sanitaria dove risiedono.

Per ottenere questo documento il vaccino antirabbico è obbligatorio e ci sono alcune importanti  condizioni da rispettare:

  • La vaccinazione deve essere stata fatta su un animale che abbia almeno 12 settimane di età (3 mesi);
  • La data in cui viene somministrato il vaccino deve essere essere successiva a quella in cui è stato applicato il microchip;
  • Devono essere trascorsi almeno 21 giorni dalla prima somministrazione del vaccino (è il tempo che serve perché sia efficace).

Le informazioni specifiche sulla vaccinazione antirabbica indispensabile per viaggiare in Europa sono contenute nell’allegato III, del Regolamento (UE) 576/2013. La Commissione Europea specifica che ci sono delle deroghe per i cuccioli, consultabili a questa pagina.

un veterinario abbraccia un cagnolino e nell'altra mano tiene il passaporto per viaggiare nel mondo

Promosso! Che bravo il nostro amore a quattro zampe, ora può fare il giro del mondo!

Dove si fa il vaccino antirabbia?

La vaccinazione può essere fatta dal proprio veterinario di fiducia, e anche presso gli ambulatori delle Asl che prevedono questo tipo di prestazione sanitaria.

E se il cane viaggia in un paese extra UE?

Se la destinazione del viaggio è un paese extra UE, il passaporto europeo non basta, serve il certificato internazionale.

Attenzione, perché per rientrare in un paese che fa parte dell’Unione Europea da un paese extra Europeo serve comunque il passaporto. Le istituzioni consigliano quindi di avere entrambi i documenti.

Va inoltre considerato che ogni stato del mondo ha delle regole diverse e alcuni non fanno nemmeno entrare i pelosetti tra i loro confini.

Il Ministero della Salute consiglia questo: “È opportuno reperire le informazioni necessarie contattando l’ambasciata in Italia del Paese terzo oppure rivolgersi direttamente al servizio veterinario della Asl di appartenenza competente per l’eventuale rilascio della certificazione sanitaria necessaria”.

A questa pagina ci sono tutte le informazioni, con la lista dei singoli paesi.

un cane sta facendo il bagnetto, è coperto di schiuma e delle mani gli massaggiano la testa

Per contrastare la rabbia e molte altre malattie, è fondamentale prendersi cura dell’igiene dei nostri pelosetti.

Come prevenire le malattie trasmesse dagli animali?

In occasione della Giornata mondiale contro la rabbia abbiamo visto che lo strumento principale per combattere questa tragedia è il vaccino.

Il consiglio, anche se può sembrare scontato, è di chiedere informazioni specifiche al proprio veterinario di fiducia per capire come procedere con la vaccinazione.

Per quanto riguarda tutte le altre malattie trasmissibili, rabbia compresa, abbiamo riassunto 5 punti che permettono di prevenirle.

Sono consigli semplici ma importantissimi per garantire il benessere dei nostri pet ed evitare che le malattie si trasmettino, affliggendoli tra di loro e diventando potenziali pericoli per la vita delle persone.

  1. Alimentare i pet con cura e attenzione, evitando carne cruda e scegliendo sempre prodotti di alta qualità, controllati e certificati;
  2. Tenere i nostri pelosetti sempre puliti con prodotti specifici per bagnetti e docce. Questo è fondamentale per scongiurare l’attacco dei parassiti e degli organismi patogeni pericolosi;
  3. Tenere puliti i posti dove vivono quotidianamente: dalle cucce ai cuscini, l’igiene è fondamentale per limitare al massimo infezioni e contaminazioni da parassiti;
  4. Usare antiparassitari adeguati e rafforzare la loro azione con prodotti naturali repellenti, soprattutto quando facciamo passeggiate all’aria aperta;
  5. Evitare di andare in luoghi potenzialmente pericolosi con i nostri cuoricini, come aree dove c’è molta acqua stagnante o alta densità di parassiti (ad esempio certe zone montane dove la presenza di zecche o animali selvatici è cospicua).

Un ultimo consiglio, molto legato alla Giornata mondiale contro la rabbia, è di cercare di diffondere informazioni e consigli, perché questa malattia, così come molte altre patologie trasmesse da animali all’essere umano, può essere combattuta con  uno strumento molto potente: l’informazione, che permette di fare le scelte giuste per le persone e per i nostri adorati pet.

Non casualmente, abbiamo visto, il mantra della Giornata mondiale contro la rabbia è: “la prevenzione della rabbia comincia insieme al proprietario di un animale”: il cambiamento inizia quindi da noi.

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