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Come capire se il cane ti ha scelto come “padrone”

Come capire se il cane ti ha scelto come “padrone”
Novembre 26, 2025 Yuup
Tempo di lettura: 22 minuti
Novembre 26, 2025
Salute e benessere
Indice
cucciolo di cane si avvicina con il musetto al suo pet mate

Come si fa a capire se il cane ci ha scelto come punto di riferimento?

I segnali, spesso, sono inequivocabili: dall’essere costantemente sotto il suo radar alla tristezza che compare nei suoi occhioni quando usciamo di casa senza di lui (o lei)… e, in alcune razze, al comportarsi come un’adorabile “cozza” che non ha alcuna intenzione di staccarsi da noi.

Il tema merita di essere trattato in modo profondo. Capire perché un cane sceglie una persona come punto di riferimento significa infatti esplorare le motivazioni che stanno alla base di questo legame così speciale.

Prima di cominciare, però, sottolineiamo un aspetto importante: in questo articolo facciamo riferimento al ruolo di “padrone” ma, grazie agli studi più attuali e anche a una visione più paritaria degli animali, questo termine è superato, a favore di parole quali “pet mate”, “pet parent” o “proprietario consapevole”.

Rapporto cane uomo: oltre il concetto di “padrone”

Il termine “padrone” presuppone una gerarchia e un possesso. Va da sé che il cane, come ogni creatura vivente di questo pianeta, deve essere considerato una creatura libera e che non appartiene a nessuno.

I gatti in questo sono maestri, perché con il loro comportamento mettono subito le cose in chiaro, facendoci capire che sono esseri liberi e che dovremmo essere ogni giorno grati perché ci permettono di essere i loro umani del cuore 🙂.

I cani hanno atteggiamenti diversi ma è comunque tempo di abbandonare la parola “padrone”, perché il rapporto tra umani e animali si basa su collaborazione, rispetto reciproco e affetto, non su dominio o gerarchia.

Certo, il pet parent è la figura di riferimento che dà loro sicurezza, cura, guida e amore incondizionato, ma i cani non cercano un ‘capo’, bensì un compagno di vita di cui possano fidarsi.

E proprio la fiducia è uno dei presupposti necessari affinché il cane ci scelga come umani di riferimento.

 Il rapporto cane uomo: un legame indissolubile.

Come capire se il cane ti ha scelto come “padrone”? I segnali sono spesso chiari e comprendono anche il desiderio di starti vicino.

La nicchia ecologica del cane: i ruoli tra cane e uomo 

Per capire come il cane sceglie la sua persona preferita è bene introdurre il concetto di nicchia ecologica.

La nicchia ecologica è il ruolo del cane nell’ecosistema. Gli studiosi hanno definito dei gruppi di cani in relazione alla nicchia in base alla loro forma di sostentamento, quindi i Pet, i cani che vivono in famiglia,  e i Free Ranging Dogs, i cani liberi di vagare.

I secondi si dividono in:

  • Randagi, cani che prima erano in famiglia e ora non lo sono più e stanno cercando il loro ‘posto nel mondo’;
  • Cani ferali, completamente indipendenti dall’uomo e abituati a vivere in natura;
  • Village dogs, cani che non vivono in famiglia ma in zone limitrofe, magari frequentando le persone di tanto in tanto per ricevere del cibo.

Quest’ultimo gruppo è alquanto interessante ed è molto studiato, perché è la rappresentazione moderna del processo che ha portato i lupi ad avvicinarsi all’uomo, originando la domesticazione della specie.

E cosa c’è, alla base di questa domesticazione, se non la fiducia?

Questo ci fa capire che la fiducia è un ingrediente imprescindibile nel rapporto cane-uomo ed è un aspetto fondamentale quando si tratta di scegliere l’umano di riferimento.

Come il cane sceglie la sua persona preferita? 

Quando ci chiediamo come il cane sceglie la sua persona preferita, non esiste una formula magica, ma un insieme di fattori che lavorano insieme: esperienze precoci, qualità delle interazioni e coinvolgimento emotivo.

Prima, però, facciamo un passo indietro e affrontiamo il cuore di questo tema: cosa succede quando andiamo al canile o in un allevamento per scegliere un cane? Chi sceglie chi? E che meccanismi scattano?

Ecco un esempio: andiamo  al canile o in un allevamento per scegliere il nostro compagno di vita a quattro zampe e, varcata la porta, succede quella che per noi è una magia: il cane ci guarda, si avvicina a noi, magari chiede coccole e scodinzola, tutti comportamenti che ci fanno pensare che ci abbia eletto a umani del cuore. 

La domanda è: come e perché avviene questo?

Chiediamo aiuto alla ricerca scientifica, che più volte ha sottolineato il fatto che il cane entra in contatto con lo sguardo e con altri comportamenti che possiamo definire “sociali”.

In particolare, lo sguardo diventa un ponte di fiducia a cui seguono comportamenti come l’avvicinarsi, il saltarci addosso, lo scodinzolare… tutti impulsi istintivi che sono una sorta di avanscoperta, perché il cane sta valutando quel contatto sociale in termini di accoglienza, positività e, soprattutto, fiducia.

Ma, allora, perché quel cane ha scelto proprio noi? Non esiste una risposta univoca, piuttosto possiamo sottolineare che il cane è predisposto a creare legami con gli umani che ricambiano l’accoglienza, l’attenzione, la vicinanza e che, soprattutto, dimostrano di meritare la sua fiducia.

Se noi contraccambiamo immediatamente le sue attenzioni, si può creare in pochi minuti un rapporto di attaccamento e affinità prima percettivo e poi logico.

Non dimentichiamo, infatti, che quando stiamo con i cuori a quattro zampe noi umani produciamo più ossitocina, chiamata anche “l’ormone dell’amore” perché stimola empatia, fiducia e volontà di provare affetto.

Ecco che, quando quel pelosetto ci fa le feste e ci guarda con gli occhi che sembrano dirci “Hai visto me”, si sta creando un legame reciproco, che potrà durare per sempre.

Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che i cani che vivono nei canili formano rapidamente legami con i nuovi umani che conoscono, soprattutto se hanno avuto la fortuna (nella sfortuna) di avere avuto accanto dei volontari che li hanno accuditi con amore.

Ora vediamo come il cane sceglie la sua persona preferita quando è già stato accolto in casa.

  • Il periodo di socializzazione (3-14 settimane): studi hanno definito che tra le 3 alle 5 settimane di vita i cuccioli hanno uno stato emozionale positivo, sono rilassati e possono associare più facilmente degli stimoli nuovi con questa cornice mentale positiva. Questo è un periodo molto importante, perché i cani vivono la socializzazione primaria, durante cui la mamma insegna loro tutto ciò che serve sapere: dall’inibizione del morso, a cosa significhi il ringhio, dalla gerarchizzazione alimentare fino alla calma e al controllo, ma anche a fare i bisogni e a come pulirsi.

    Per questo i cuccioli devono stare con mamma e fratellini o sorelline per i primi due mesi e mezzo, tanto più che la mamma fa da intermediaria anche nella socializzazione secondaria, il periodo in cui i cuccioli conoscono l’ambiente  e le altre specie, tra cui noi umani.  In questa fase è importante accompagnare i cani nella scoperta senza mai forzarli e, in maniera sempre graduale, facendo loro vivere esperienze positive di cura e affetto che plasmeranno il loro rapporto con l’ambiente e, soprattutto, con le persone;
  • Interazioni positive e coerenza: i cani scelgono l’umano di riferimento in base alla qualità delle interazioni. I pelosetti, infatti, scelgono chi trascorre più tempo con loro, chi li cura, chi gioca e li coccola, ma anche chi è coerente nelle regole e nelle routine. Questi sono tutti aspetti fondamentali per il benessere del cane, che cerca punti di riferimento affidabili e anche prevedibili. Pensiamo alla passeggiata: il cuoricino sa già chi lo accompagnerà, quando e, molto spesso, dove andrà a scorrazzare. Questa (tra le altre) è un’azione di presenza, cura e amore che contribuisce a fargli scegliere la persona di riferimento.
  • Dedizione e coinvolgimento emotivo: i cani  provano una gamma di sentimenti tra cui l’empatia e, per questo, sono sensibili all’attenzione emotiva. Ecco perché, dal punto di vista emotivo, il cane sceglie l’umano di riferimento tra chi:
  • si prende cura dei suoi bisogni emotivi, magari con gesti che lo rassicurano se sta provando tensione o paura;
  • sa riconoscere e rispondere ai suoi segnali, offrendogli coccole o presenza quando ne sente il bisogno;
  • esprime emozioni e sentimenti autentici, che lui percepisce come positivi e rassicuranti.
Il processo attraverso cui i cani scelgono la loro persona preferita.

Se il cane ti cerca, ti guarda ed è felice quando stai con lui allora è molto probabile che ti abbia scelto come umano del cuore.

Come capire se il cane ti vuole bene

Veniamo quindi al cuore di questo articolo: come capire se il cane ci ha scelti come padroni consapevoli? Quali sono i segnali che ce lo comunicano?

Ci sono segnali concreti e osservabili:

  • Mangia tranquillamente in nostra presenza;
  • Si fa toccare le zampe, la coda, le orecchie senza dimostrare nervosismo;
  • Accetta di buon grado le cure veterinarie o la toelettatura quando siamo presenti (anche se per alcuni cani può risultare difficilissimo, soprattutto se hanno subito traumi o hanno avuto esperienze negative);
  • Non mostra segnali di stress come sbadigli continui e senza motivo, si lecca in modo compulsivo o ci evita;
  • Si addormenta profondamente in nostra presenza.

Bisogna, comunque, considerare che gli atteggiamenti cambiano a seconda della razza e della soggettività. Dall’Husky al Barboncino, i cani dimostrano un chiaro interesse per l’umano di riferimento, ma possono manifestarlo in modi molto diversi.

Pensiamo, ad esempio, a un Levriero, generalmente poco incline al contatto fisico, ma che non perde mai di vista la persona a cui è legato e la segue con lo sguardo, mantenendo sempre una presenza silenziosa e costante.

Oppure a un Setter, che esprime la sua predilezione attraverso la pura gioia che prova quando può condividere momenti di libertà con il suo umano, correndo nei boschi e nei campi con entusiasmo contagioso.

Non sono anche questi segnali che il cane ha un profondo legame con il suo “padrone” consapevole?

Ragazza sul divano con cane che le lecca il viso

Alcuni cani mostrano che ti hanno scelto come riferimento con un affetto sconfinato e…tantissimi bacini!

In quanto tempo il cane sceglie il “padrone”?

Condivisione di esperienze, conoscbenza reciproca e, ancora una volta, fiducia: sono questi i presupposti che fanno scegliere al cane il suo “padrone” consapevole. 

Ma quanto tempo serve perché questo accada? La risposta è che non esiste un tempo standard, bensì dei fattori variabili, anche perché ci sono cani che manifestano un forte senso di appartenenza e altri che sono più ‘spiriti liberi’.

Ecco i fattori che incidono sul tempo che impiega il pelosetto a scegliere il suo umano di riferimento:

  • Età del cane: come visto, il periodo di socializzazione secondario, quello in cui il cane conosce il mondo e le creature che lo abitano comprese noi umani, avviene quando è piccolo, all’incirca fino ai tre mesi di vita.

    Se abbiamo la possibilità di stare con lui in queste settimane sarà più probabile che il cuoricino instauri con noi un rapporto di attaccamento. Se, invece, adottiamo un cane adulto o anziano potrebbe servire più tempo, soprattutto ha un passato difficile, che lo porta a essere diffidente nei confronti degli umani, e questo ci porta al prossimo punto;
  • Esperienze passate: i cani hanno una memoria episodica, legata a episodi che sono successi nel passato e ne hanno anche una affettiva, ovvero il cane ricorda ogni evento in base all’emozione che ha provato e percepito nell’esatto momento in cui lo ha vissuto. Se il cuoricino peloso ha sperimentato dei traumi o delle esperienze negative, quando gli capiterà di entrare di nuovo in contatto con oggetti o persone che li ricordano potrebbe tendere a sottrarsi e ad allontanarsi. Per questo, se sappiamo che il cane ha subito dei traumi potrebbe servire più tempo per instaurare un legame profondo e anche pazienza, che verrà abbondantemente ricompensata con tutto l’amore che il cane saprà darci in futuro;
  • Personalità individuale del cane: come visto, alcuni cani sono più socievoli rispetto ad altri e manifestano l’attaccamento in modi diversi. Qui non si tratta di una questione di tempo, bensì di razza e soggettività, che può portare il cane a riconoscere il “padrone” consapevole in modo magari più ‘freddo’ rispetto ad altri. L’importante è conoscere questi aspetti del per essere il più possibile consapevoli dei comportamenti, ma anche e soprattutto dei bisogni e delle necessità fisiche ed emotive del cane;
  • Qualità e frequenza delle interazioni: se il cane è abituato fin da cucciolo a ricevere cure, attenzioni, giochi e interazione, il tempo che serve perché riconosca il suo “padrone” consapevole sarà inferiore rispetto a un cane che riceve attenzioni in modo sporadico. La regola, in ogni caso, è di dare il massimo nel rapporto con lui o lei, affinché si senta sempre amato e protetto;
  • Pazienza e costanza del pet parent: l’attaccamento è un processo graduale che, per essere sano, richiede pazienza e costanza, due ingredienti fondamentali per creare un legame sano e duraturo con il nostro amico a quattro zampe.

In sostanza, quantificare in giorni il tempo che serve al cane per eleggere il suo pet mate non è possibile. Se con i cuccioli il legame può formarsi in poche settimane, con i cani adulti o anziani può servire più tempo, forse alcuni mesi, che saranno comunque un fantastico periodo di scoperta per entrambi.

Il cane può avere più persone di riferimento?

Quante volte abbiamo sentito dire “Sono io che do da mangiare al cane ma poi le sue attenzioni vanno tutte a mio marito!”, oppure “Mi prendo cura di lui tutto il giorno ma appena mio figlio lo accarezza non ha occhi che per lui!”

Il cane sa chi è il suo punto di riferimento e manifesta una preferenza marcata per questa persona. 

Questo, però, non preclude che possa riconoscere degli affetti importanti in altri componenti della famiglia e questo è un bene, è normale ed è salutare, purché tutti i membri della famiglia siano coinvolti in modo coerente e coordinato nella cura del pelosetto.

Se, ad esempio, noi ci occupiamo di dare da mangiare al cane, ma altre persone della famiglia lo portano in passeggiata o gli fanno coccole e grattini continuamente, il cane proverà affetto per tutti e questo è salutare perché dimostra che ha una buona vita sociale.

Due persone e un cane corrono su un prato

È vero che il cane femmina si affeziona di più al “padrone” maschio? Gli studi ci dicono che questo NON è vero e che moltissimo si basa sulla qualità della relazione.

 

Un cane femmina si affeziona di più al “padrone” maschio?

Sui social ci sono dei video in cui due pet mate, insieme al loro cane, iniziano a correre per capire quale dei due il cane rincorrerà. Il cane di solito insegue solo uno dei due e questo comportamento può suggerire che elegga il suo umano del cuore.

In questo, come nel caso del cane femmina che si affeziona di più al pet mate maschio, si parla di “falsi miti”.

Le ‘lei’ sono sempre adorabili, ma non esistono evidenze che i cani abbiano preferenze legate a genere del pet parent.

In altre parole, non conta il sesso della persona, bensì la qualità delle relazioni che instauriamo con loro, il tempo trascorso insieme, la coerenza e l’affetto dimostrato.

Possiamo avere sentito dire frasi quali “Il mio cane è femmina, per questo mi ama così tanto”, e questo è un falso mito, che può dipendere magari da esperienze pregresse, perché l’affetto non ha connotazioni di genere.

Piuttosto, il modo di esprimere la preferenza all’umano del cuore dipende, come visto, da come ci relazioniamo con lui, dal tempo e dalle emozioni che gli dedichiamo e, non da ultimo, dalla sua razza e soggettività.

La memoria affettiva del cane

In rete ci sono alcuni video di persone che partono per un viaggio e, al ritorno, mostrano come il loro cane si ricordi di loro facendo un mare di feste.

Posto che non è giusto ed etico lasciare il proprio cane da solo, a meno che non accadano situazioni estremamente gravi o non ci siano alternative, tutto si ricollega alla memoria affettiva del cane, di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Il cane ricorda i posti, gli oggetti e, soprattutto, le persone che ama e questo dimostra quanto  profondo e duraturo sia il legame emotivo che sa instaurare con noi.

Questo si intreccia anche alla memoria episodica: se il cuoricino ha vissuto momenti felici con noi, crea ricordi positivi che restano impressi e vengono ‘recuperati’ quando ci rivede, anche se è passato del tempo.

Quando un cane si fa toccare le zampe senza nervosismo significa che si fida del suo pet parent.

Tempo di qualità, giochi e un mondo di coccole aiutano a rafforzare il legame con il proprio cane.

Come creare e rafforzare il legame con il proprio cane

La relazione con il cane ha un punto di inizio ma non ne ha uno di arrivo, ragion per cui è bene considerare il legame come qualcosa che può crescere, maturare e anche evolversi nel tempo.

Detto questo, ci sono degli atteggiamenti e delle azioni che possiamo mettere in atto per migliorare il legame con il nostro cuore a quattro zampe:

  • Comunichiamo sempre con coerenza: noi e i cani parliamo due lingue obiettivamente diverse, ma sappiamo che i pelosetti sanno codificare i messaggi verbali e anche il tono e l’intonazione. Cerchiamo quindi di rivolgerci a loro in modo coerente, soprattutto nella fase educativa e, se abbiamo dubbi, chiediamo supporto all’istruttore cinofilo;
  • Rispettiamo i loro spazi e i loro limiti: i cani non sono H24 disponibili per noi, perciò è bene capire quando manifestano insofferenza o, addirittura, disagio. Quante volte vediamo cani trascinati per strada o, magari, dentro ai carrelli della spesa in luoghi mega rumorosi e affollati con lo sguardo di supplica? Non è bene forzare i cani ed è importante capire i segnali con cui manifestano disagio, come ad esempio lo sbadigliare ripetutamente o l’abbaiare in modo insistente. Anche in questo caso è utilissimo chiedere consiglio all’istruttore cinofilo per capire come comportarsi per il loro benessere fisico ed emotivo;
  • Dedichiamo tempo di qualità: il termine tempo di qualità è un po’ abusato, ma rende l’idea, perché a poco serve trascorrere un’ora con il cane leggendo un libro o guardando la tv senza dargli attenzioni. Certo, questo si può fare, ma se al contempo trascorriamo del tempo in cui ‘ ci siamo’ e interagiamo con lui o con lei. Qualche esempio? Giochi, passeggiate esplorative e tante, tante coccole;
  • Manteniamo una buona routine: routine e prevedibilità rendono più facile l’adattamento del cane in famiglia e, di conseguenza, gettano le basi per un rapporto migliore. Questo succede quando sono cuccioli, così come quando vengono adottati da adulti o anziani. Come farlo nella pratica? Preparando la pappa alla stessa ora, andando in passeggiata in orari prestabiliti e andando a dormire a orari fissi, senza fuori programma che potrebbero scombussolare la sua serenità.

Comportamenti comuni: domande frequenti

Perché il cane abbaia al “padrone”? 

  • Quando il cane abbaia sta parlando: come succede a noi umani, modula l’abbaio a seconda di cosa prova. Ecco perché, ad esempio, la richiesta di attenzione può essere più stridula, l’euforia del gioco più energica, la richiesta di uscire più supplichevole.
  • Attenzione al ringhio, che per il cane è un messaggio di altolà che significa “attenzione che se non succede qualcosa può andare a finire male”. Sappiamo, infatti, che i cani tendono a pacificare e il ringhio è come una sorta di avvertimento, che il cane può fare per ragioni di territorialità, possesso o anche perché sta provando dolore se lo tocchiamo in punti sensibili o che gli fanno male.
  • Il fatto che il cane abbai è comunque naturale e il pet parent non deve interpretarlo come una mancanza di rispetto. Piuttosto, è bene che ‘traduca’ i vari tipi di abbaio, per rispondere in modo adeguato e, anche in questo caso, può essere utilissimo l’aiuto di un istruttore cinofilo.

Perché il cane morde le mani del “padrone”? 

  • Innanzitutto, il cane non deve mordere le mani, che sia cucciolo o adulto. È fondamentale insegnargli subito che le mani non sono un gioco e, quindi, non deve prenderle come tale. Questo vale per tutte le razze di pelosetti, ma soprattutto per i cani dal carattere mordace o da guardia. Se il cane morde comunque le mani, possiamo lavarle, girarci e offrirgli un’alternativa, come ad esempio un tira e molla da addentare. È quindi fondamentale capire perché il cane morde le mani, chiedendo supporto all’istruttore cinofilo.
  • E, restando in tema, se ci chiediamo perché i cani leccano i piedi dei loro padroni, se si tratta di un comportamento sporadico è ok, altrimenti può comunicare tensione, stress e noia, ragion per cui è bene chiedere anche in questo caso consiglio all’istruttore cinofilo, che può aiutarci a comprendere questi aspetti e ad attivare le necessarie misure e correzioni per evitare che questo comportamento si manifesti ancora.

Cani che assomigliano ai padroni: mito o realtà? 

Quante volte, guardando un amico con il suo cane, è capitato di pensare “tale cane, tale padrone!” Questa è una credenza popolare molto diffusa, ma che ha un fondo di verità.

Lo studio più famoso in merito si chiama Do Dogs Resemble Their Owners e si è svolto così: i ricercatori hanno fotografato separatamente quarantacinque cani e i loro proprietari. Ai partecipanti sono state quindi mostrate le foto del proprietario, del suo cane e di un altro cane. Il risultato è che sono stati in grado di definire quali cani appartenessero a chi solo nel caso dei pelosetti di razza.

Questo suggerisce che quando le persone scelgono un animale domestico, ne cercano uno che, in qualche modo, gli assomigli, e quando ne scelgono uno di razza, ottengono ciò che desiderano. 

Lo dimostra il fatto che, secondo lo studio, le donne con capelli lunghi tendevano a scegliere cani con orecchie lunghe e gli uomini di stazza importante dei cani altrettanto ben piazzati.

In sostanza, tendiamo a scegliere cani che hanno caratteristiche che rispecchiano le nostre, sia fisiche che caratteriali, inoltre la convivenza può portare a una sorta di ‘imitazione’ delle espressioni, perché può esaltare alcuni tratti della personalità del cane così come inasprirli.

Va quindi chiarito, quindi, che non è il cane che “sceglie” di assomigliare al “padrone” o si evolve nei tratti così tanto da assomigliargli. Piuttosto i cani possono assomigliare ai padroni per una coincidenza dovuta alle preferenze umane nella scelta della razza.

Qual è la razza di cane più attaccata al “padrone”?

Non esistono cani che si affezionano più o meno ai loro “padroni” consapevoli, piuttosto razze che hanno manifestazioni più o meno esuberanti dell’attaccamento. 

Bisogna quindi sfatare l’idea che esistano delle razze di pelosetti programmate per essere più affettuose perché, come abbiamo visto, il legame e la scelta dell’umano del cuore dipendono da molti fattori.

Certo, ci sono razze che tendono più a manifestare l’affetto in modo fisico, ed è questo il caso, ad esempio, dei Pastori e anche dei Labrador e Golden Retriever che collaborano molto con le persone.

Tra le razze che sono note per l’attaccamento ci sono i molossoidi, i Bull Terrier, i PitBull e anche cani considerati più ‘da compagnia’ come gli adorabili Volpini. Come non citare il Dobermann, un duro dal cuore tenero che ha la missione di proteggere i suoi umani e che spesso lo manifesta con un attaccamento fisico decisamente intenso.

Ricordiamoci, comunque, che cani di ogni razza, a partire dai meticci, possono creare legami profondi e che il fattore determinante è sempre la qualità della relazione, fatta di tempo, attenzione, cura e tanto, tanto amore.

Ora torniamo per un attimo all’inizio dell’articolo, a quel momento in cui entriamo in canile o in allevamento convinti di essere noi a scegliere… e invece scopriamo che la scelta è reciproca: uno sguardo, un passo verso di noi, e capiamo che qualcosa di speciale è già iniziato.

In quell’attimo nasce una connessione talmente profonda da poterla definire in un solo modo: puro e immenso amore a “primo impatto”.

Ora che hai scoperto come capire se il cane ti ha scelto come “padrone” consapevole. Vuoi approfondire il nostro articolo su come vivere con un cane in appartamento? Scopri tutti i consigli per gestire il tuo amico a quattro zampe in casa!

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